Nei mutui a tasso fisso, l’interesse viene pattuito tra banca e cliente una volta per tutte: per tutta la durata del mutuo, l’interesse sarà dovuto sempre nella stessa misura (è un tipo di mutuo che tiene il cliente al riparo da eventuali incrementi del tasso di interesse, ma che può essere penalizzante qualora i tassi di interessi praticati sul mercato scendano).
Il parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso è l’EUROIRS, che varia in base alla durata del mutuo: per esempio, a cinque, dieci, quindici anni e così via. All’Euroirs si deve aggiungere lo “Spread”, che è il margine di guadagno che viene applicato dalla Banca, e che è oggetto di contrattazione con la stessa. Euroirs più spread producono il cosiddetto “tasso finito”, che è quello che viene poi applicato al mutuo per tutta la sua durata.
La pattuizione di un tasso di interesse variabile fa sì che il calcolo dell’interesse in concreto applicato sia la somma di due valori: un parametro variabile ed uno fisso.
Il parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile è l’EURIBOR, che viene tempo per tempo aggiornato dalla Federazione Bancaria Europea – Comitato di Gestione dell’Euribor; anche all’EURIBOR va aggiunto lo “spread” che la Banca applica a proprio vantaggio.
Con estrema semplificazione, si può affermare che l’Euroirs (per i mutui a tasso fisso) e l’Euribor (per i mutui a tasso variabile) corrispondono al tasso che una banca paga ad un’altra sul prestito di denaro; lo spread rappresenta invece il vero utile della banca mutuante.
È praticamente impossibile sapere a priori se convenga stipulare un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile: il tasso fisso (solitamente più elevato del tasso variabile applicato all’inizio dell’ammortamento di un mutuo) può essere ritenuto preferibile per i mutui di lunghissima durata (oltre i 20 anni), in quanto tiene il mutuatario al riparo da eventuali mutamenti del mercato dei valori mobiliari che potrebbero fare alzare anche sensibilmente gli elementi di calcolo dei tassi variabili. Tuttavia, si deve osservare come l’introduzione della moneta unica europea abbia favorito (e sia destinata a favorire anche in futuro) una notevole stabilità dei tassi.
Sul mercato esistono anche contratti di mutuo che consentono al mutuatario, per favorire le valutazioni di convenienza del cliente, di scegliere con una periodicità prevista contrattualmente tra tasso fisso e tasso variabile, anche più volte durante il rapporto di mutuo.
Altri contratti consentono al mutuatario di rimborsare il capitale non mediante rate predeterminate, ma secondo le modalità preferite dal cliente: in questi casi si impone però al mutuatario di restituire quote minime del capitale erogato entro un certo numero di rate (es. il 30% entro due anni; il 20% entro tre anni; ecc…).
Ancora, esistono mutui che prevedono il versamento di una rata che resta comunque costante, in modo che la variazione del tasso incida sulla durata del contratto: se il tasso scende, il mutuatario potrà finire di rimborsare il mutuo in un periodo più breve; se sale, il mutuatario sarà tenuto al versamento di una o più rate aggiuntive, dopo la scadenza inizialmente prevista.